La semplicità del pensare
GUGLIELMO DI OCKHAM (1280 ca.-1349 ca.)
Chi pensa che i filosofi siano individui che vivono appartati, chiusi nei loro studi, troverà in questo pensatore di frontiera, che si colloca tra la fine del medioevo e l'inizio della modernità la piena sconfessione di questo pregiudizio. Ockham ha infatti attraversato il suo tempo senza evitare nessuno degli scontri teologici, religiosi, politici, che lo hanno caratterizzato, immergendosi nelle sottili diatribe oxoniensi come nell'ambiente per lui assai ostile di Avignone o nella Monaco imperiale.
Francescano, abbraccia, contro il tomismo, l'idea della assoluta inutilità della ragione rispetto alle verità di fede, che provenendo da Dio, che è assoluta onnipotenza, non possono certo venire giustificate dalla nostra misera ragione. Ma paradossalmente proprio questa posizione così estrema gli consente di liberare la ragione stessa dagli stretti lacci della fede, portandolo ad affermare l'assoluta indipendenza dei due ambiti. Le verità di fede non necessitano di alcun aiuto della ragione, ma la ragione sia nell'ambito delle scienze reali (ad es. la fisica), sia in quello delle scienze razionali (ad es. la matematica, la logica), risulta totalmente libera e si dà autonomamente le proprie regole. E' evidente il carattere rivoluzionario di questa posizione che, attraverso la netta separazione tra fede e ragione dà corso ad una "vita nova" del sapere scientifico, che si propone come totalmente autonomo e libero. Naturalmente non fu facile far accettare questa posizione. si è trattato di una strada accidentata lungo la quale numerose sono state le vittime, a partire dallo stesso Ockham, passando per Galileo, Bruno e molti altri ancora, ma proprio questo atteggiamento nei confronti del sapere ha consentito quella che chiamiamo la rivoluzione scentifica del Sei-Settecento e gli enormi progressi che questa ha portato con sè.
Sintetizziamo ora pochi aspetti del pensiero di O. che desidero i miei studenti ricordino:
1)IL NOMINALISMO LOGICO: per O. la logica non può che essere considerata una scienza del linguaggio, senza commistioni con la metafisica. Si tratta di una scienza "pratica", che detta all' intelletto le regole del suo agire. Non consente di raggiungere alcuna VERITA' assoluta, ma ci permette di costruire proposizioni corrette per muoverci nel mondo naturale.
LE PROPOSIZIONI possono essere pensate (in mente=intentiones animi=concetti), proferite (in voce), o scritte (in scripto).
I concetti in quanto intentiones "tendono verso",sono segni e in quanto tali "stanno per" (supponere pro). Ecco in estrema sintesi la famosa teoria della "suppositio". La supposizione è quindi la proprietà che i termini hanno di "significare" qualcosa.
Una proposizione è corretta quando soggetto è predicato coerentemente "stanno per" la stessa cosa. In caso contrario andiamo incontro ad errori "fallacie", che possono essere volontarie o involontarie. le "fallacie" di molti politici sono insieme l'una e l'altra. per essere buoni cittadini, come auspica il nostro presidente Napolitano, bisogna quindi ben studiare la logica ! BUON ANNO, altre idee di Ockham al prossimo post.
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