Forme a priori della conoscenza: Spazio, tempo e categorie
Spero sia chiaro a questo punto qual era il problema cui K. intendeva dare soluzione e quale la strada proposta: vaglio critico della ragione, rifiuto di ogni dogmatismo, esame dei limiti e della possibilità del sapere umano: siamo pinamente dentro lo spirito dell'Illuminismo. Questo comporta , come si è detto, l'assunzione di un nuovo punto di vista, che K. chiama "trascendentale", che è diverso da trascendente, in quanto non è un punto di vista che si colloca fuori dal soggetto, e diverso pure da empirico, cioé derivante dall'esperienza, ma "puro" per l'appunto, appartenente al soggetto indipendentemente dall'esperienza. Per l'esperienza sensibile si tratta di Spazio e tempo, "intuizioni pure", "forme" indispensabili della conoscibilità della stessa, non ricavate per astrazione dall'esperienza, ne costituiscono la condizione, rendendo possibili la MATEMATICA E LA GEOMETRIA, scienze sintetiche a priori. Sia chiaro che l'intuizione coglie il FENOMENO, non la cosa in sé, che K. chiama NOUMENO e che nella sua essenza, sempre secondo k., risulta inconoscibile all'uomo.
Questi argomenti sono trattati nell'ESTETICA TRASCENDENTALE, prima parte della "dottr. trscendent. degli elementi". nella prima parte della LOGICA TRASCENDENTALE, ossia nella ANALITICA TRASCENDENTALE, che possiamo considerare il cuore della riflessione kantiana, K. procede nella dimostrazione di quello che è l'autentica dimensione conoscitiva per l'uomo, quella intellettuale. La conoscenza esige che sia posto un legame tra i dati che ci sono offerti dall'esperienza sensibile, e questo legame è rappresentato dalle "forme a priori" dell'INTELLETTO, le CATEGORIE. Usiamo un esempio che è di K., il giudizio:"questo sasso, posto al sole, si è riscaldato" diventa, nella forma del giudizio intellettuale, : "il sole riscalda gli oggetti". ciò è stato possibile attraverso l'uso delle categorie o concetti puri dell'intelletto (in questo caso quella di causalità),
In sostanza in questa parte dell'opera K. intende dimostrare, contro lo scetticismo humiano, come siano possibili giudizi sintetici a priori, quindi universali e necessari, nell'ambito delle scienze della natura.
A definire una tavola delle categorie egli giunge attraverso la corrispondente tavola dei giudizi, da questi ultimi, raggruppati in base a QUANTITA', QUALITA', RELAZIONE, MODALITA', egli ritiene di poter risalire alle "categorie", non più intese aristotelicamente come modi di organizzazione del pensiero in sé esistenti (immaginate una serie di cassetti in cui infilare le nostre conoscenze), ma come FUNZIONI dell'intelletto che consentono di dare forma intelligibile alle nostre esperienze che prive di queste rimmarrebbero confuse come negli animali. RICORDATE: l'intelletto non si riferisce direttamente ad oggetti, ma a rappresentazioni fenomeniche.
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page