venerdì 4 gennaio 2008

a samantha e altri

Cara Samantha, avevo aggiunto un commento al tuo, ma non l'ho visto pubblicato. Ne sintetizzo qui il contenuto. Riallacciandomi alle tue domande finali, osservavo che certo allora come ora la religione è stata usata come "instrumentum regni", ossia mezzo per controllare gli altri ed esercitare il potere (cfr. Machiavelli). Pensa ai teocon americani, sostenitori "in nome di Dio" delle guerre più diverse in grado di garantire la supremazia statunitense. O, in Italia, agli "atei devoti" alla Ferrara (così essi stessi si proclamano) sempre al fianco delle posizioni più retrive della gerarchia cattolica, pur di averne l'appoggio politico. E poco importa se difendono la famiglia tradizionale dall'alto (o dal basso) delle loro vite che ne contraddicono totalmente i valori.
Quanto al tuo secondo interrogativo, di tipo più squisitamente culturale, va detto che i classici restano vivi proprio per la loro capacità di rispondere alle domande che ogni epoca, ogni generazione, in fondo ogni individuo si pongono. O addirittura di porre essi stessi a noi le domande fondamentali, rendendoci così più consapevoli di noi stessi. Non stupisce quindi che il Platone letto dagli umanisti sia diverso da quello che interpretavano i medievali o che noi stessi leggiamo ed interroghiamo.
A presto, C.P.

mercoledì 2 gennaio 2008

BUON 2008!

Carissimi,
ho riletto i vostri testi e mi sono soffermata sugli ultimi, mai commentati, di Chantal, Sara, Elena. Devo dire che sono stata piacevolmente stupita dalla qualità e dalla serietà delle riflessioni fatte. Testimoniano del fatto che i giovani sono assai più seri nel loro porsi dinanzi alle grandi problematiche dell'esistenza di quanto comunemente gli adulti non credano.
Continuate a pensare, a riflettere e il vostro mondo, il mondo intero, ne risulterà arricchito.
A presto,
C.P.